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Una rete di artigiani italiani per produrre pezzo per pezzo gli oggetti di Internoitaliano.
Una grande macchina diffusa in piccole porzioni in tutta Italia. Dal Friuli alla Sicilia, una compagine folta e ben assortita di artigiani trasforma pensieri in oggetti, limiti in opportunità. In questa sincronia di azioni si realizza l’avventura di Internoitaliano che pone il lavoro artigiano al centro della sua esperienza progettuale e produttiva.
ha origine nell'ultimo quarto del XV secolo l'inizio della produzione ceramica ad Albisola. Qui l'attività di produzione della ceramica stata favorita dalla presenza di depositi di argilla rossa e di cave di terra bianca presenti in vari punti della pianura e sui fianchi delle colline; dalla posizione lungo la spiaggia del mare, che facilita l'imbarco dei prodotti finiti ed offre vasti spazi utilizzabili per l'essicazione degli oggetti appena foggiati.
ovvero quell’area a nord di Milano sorge uno dei distretti produttivi del legno più importanti d’Italia. Le origini si possono far risalire alla seconda metà dell’Ottocento, quando la crisi agricola determina la frantumazione delle grandi proprietà terriere e l’affermazione dell’industrie mobilieri nascenti. A cavallo del XX secolo, la Brianza si afferma come centro del mobile, capace di concorrere con il prodotto francese grazie a manufatti di qualità, tecniche di lavorazione e di finitura del legno sempre più affinate.
ebbe origine a partire dalla seconda metà dell’800 grazie alle migrazioni di falegnami di origine carnica al confine nord-orientale italiano verso i comuni del Friuli ovvero Manzano, San Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo dove cominciarono a localizzarsi le prime nuove imprese artigianali condotte a livello familiare con impiego di manodopera femminile, soprattutto nella fase finale di impagliatura e rifinitura del prodotto.
così come molte vetrerie nella zona di Venezia, resistono alla tradizione. I vetrai veneziani cominciarono a praticare quest'arte ereditando l'uso del vetro sodico dagli orientali. La capacità estetica per i veneziani è fondata sull'intuizione che il vetro sia un materiale estremamente malleabile e quindi adatto ad essere soffiato e modellato allo stato incandescente, ma capace di mantenere le stesse caratteristiche cromatiche anche nel prodotto finito.
a differenza di altre “strade di mestiere” che popolano la città, è una delle poche a conservare la sua antica vocazione. I “calderai, o “quarara” (“caldaia”, in dialetto siciliano), sono gli artigiani specializzati nella produzione di bracieri, tegami, pentole e altri utensili domestici in rame, alluminio o acciaio, che in questa via avevano e hanno ancora oggi le loro botteghe.
è una tecnica molto antica che si avvale di stampi in legno di pero o noce intagliati a mano che vengono immersi in una pasta colorata a base di farina, aceto e ruggine di ferro ed utilizzati per imprimere le immagini su tele di lino, cotone o canapa. Questa tecnica è diffusa nelle zone di Ravenna e Rimini, e nella provincia di Forlì Cesena.
deve la sua fama di distretto della terracotta alle caratteristiche morfologiche del terreno. L’area di produzione tipica del Ferrone con gli affioramenti di argilliti particolari, la presenza di un corso d'acqua come il Fiume Greve, nonché la vicinanza al tracciato della via Cassia che dava rapido accesso fin dai tempi della Firenze rinascimentale, ha dato un impulso straordinario alla lavorazione del noto “cotto toscano”.
Il “saper fare” è diventato il vero e unico valore culturale oggi fondamentale.
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